LE NUVOLE DEL BALTICO di Paolo Ciampi
Sul retro di copertine si legge che Paolo Ciampi è "scrittore e giornalista fiorentino… ha scritto una quindicina di libri… ama parlare di libri e paesi nel mondi nel suo blog". Paolo Ciampi a quanto pare è anche il marito di "colei che ha il raro e discutibile privilegio di essere sua moglie", ed è soprattutto un padre, nelle pagine di questo libro più che mai.
"Le nuvole del Baltico" è il racconto della strana cicloavventura dell'autore, che sceglie di condividere il viaggio con il figlio Ernesto, di soli 9 anni, immergendosi nelle piste ciclabili e nella natura dell'isola di Rügen, nella Germania del Nord e lasciar scivolare la strada sotto le ruote e, pedalando, dedicare del reale tempo di qualità al figlio. Il libro ha ottimi pilastri su cui reggere: la curiosità, prima di tutto. Le pagine sono ricche di divagazioni, curiosità, stimoli (sfido a conoscere la storia della città/villaggio turistico di Prora, un'enorme caserma creata per diletto nazista), racconti di quei personaggi che sono finiti nelle pieghe della storia che lui ama tanto.
Ma non è questo il plus del libro, non lo è la descrizione dei paesaggi, non lo sono le citazioni o di disegni fatti dal figlio che accompagnano i capitoli. Il motivo per cui consiglio col cuore questo libro è l'onestà con cui è scritto, la sincerità con cui l'autore parla delle sue paure di padre, le sue mancanze, le sue difficoltà nel costruire dei ponti di parole, i suoi spesso impacciati tentativi di mettere i piedi nel mondo del figlio, ma con delicatezza, senza disturbare. Trasuda amore per quel bambino che protegge come una chioccia e che sgrida quando rompe un freno perchè stava zizagando con la bici senza guardare la strada. Il libro è ricco di parole e di silenzi di cui riesce comunque a godere perchè "il viaggio funziona come un supermercato di silenzio, ben assortito in tutte le sue varietà", emozioni intime e sincere e allo stesso tempo si lascia andare e sa essere allegro e spensierato, come solo la bicicletta riesce a farti sentire. Senza elucubrazioni psicologiche ma con il cuore (e con molti krapfen e coppe di gelato taglia XXL a quanto pare!), si sente il riavvicinamento che scatta quando entrambi si sintonizzano sugli stessi sogni.
Dolce, delicato, diventente, cuirioso, consigliato per chi ha dei figli e vorrebbe far parte della loro vita e anche per chi di figli non ne ha ma vuole conoscere un nuovo mondo. Una riuscitissima ciambella col buco. Ma forse Ernesto preferirebbe un gigantesco krapfen.
"Sta succedendo qualcosa di strano in questo viaggio. Doveva essere l'occasione per trattare Ernesto da adulto – su, figlio mio, apriti con tuo padre, consideralo un amico – invece sono io che sto tornando ragazzino…. Fareste fatica a credere che sono proprio io. Anch'io, in effetti. Ernesto è assolutamente a suo agio. E io provo a pensarla come Pablo Neruda. "L'adulto che non sa giocare ha perduto il bambino che aveva dentro di se e che rimpiangerà per sempre". Parole sante. Parole su cui apporrei volentieri la mia firma".
Recensione di Paola Annoni