NEL GRANDE NORD IN BICICLETTA di Obes Grandini
Che si può dire di una persona che decide di farsi vari mesi in bicicletta attraversando il Canada e arrivando fino in Alaska, se non che è un pazzo? Sono stato tentato anch'io nel facile giudizio superficiale, ma più scorrono le pagine più si comprende e ci si sente vicini a Obes Grandini e al suo desiderio di entrare in sintonia con la Natura. Nel grande nord in bicicletta (Ed. Tresogni, pag. 176), narra di due viaggi, il primo risalente al 1997 lungo un estenuante itinerario che lo ha portato dal Quebec all'Alaska, mentre il secondo, di dieci anni successivo, racconta del tragitto siberiano di un viaggio più lungo, cominciato in Kazakistan e continuato in Cina e Mongolia. Migliaia di kilometri in solitaria, unica compagna la bicicletta.
Bisogna saper stare bene nel proprio corpo per poter affrontare lunghi mesi senza poter contare su nessun altro oltre che sé stessi. Talvolta un incontro con altri viaggiatori o con qualche locale spezzava l'assenza di dialogo e permetteva interazioni più o meno approfondite, ma la vere costanti di questo viaggio sono la strada e la natura, declinate nella loro forma primordiale senza orpelli. La strada diventa fatica, tenacia, destinazione e motivazione allo stesso tempo. E la natura assume i contorni antichi di sopravvivenza e sfida, anche per una presenza nascosta ma diffusa che influenzerà tante notti di Obes: l'orso. Esso è un pericolo reale, innumerevoli gli avvertimenti degli abitanti del posto lungo il percorso, ma anche metafora del rischio e simbolo dell'avventura.
E' un libro da assaporare lentamente come è il viaggiare di quest'uomo che sembra uscito dal passato, una sorta di Walden in movimento. Un libro per imparare che il sogno può essere anche fatica.
Recensione di Gianni Mezzadri