PAPÀ MEKONG di Corrado Ruggeri
Una storia che profuma d’Oriente. Verrebbe facile dire così visto il titolo, “Papà Mekong”, ma Ruggeri si butta in un romanzo (a differenza dei suoi numerosi report di viaggio, come Farfalle sul Mekong) e ancora una volta, in maniera differente, riesce a trasmettere i sentimenti che ti evocano il ricordo o il desiderio del sudest asiatico. Così, con semplicità, con la gioia che riesce a metterti nell’anima una giornata di cielo terso sopra Bangkok. Raro, ma bellissimo.
Il racconto parte da due diversi capi del mondo, dall’Italia e dallo Sri Lanka, due donne, Amina e Silvia, profondamente diverse tra loro e una storia che punta a un paese comune: la Cambogia. Una che cerca la verità sul padre attraversando Vietnam, Birmania, Thailandia e Cambogia, l’altra che scappa dal suo passato, cercando di salvarsi in una tragica Calcutta. Storie che si svelano passo a passo, si rivelano personalità, caratteri, luci ed ombre che sono propri di ognuno di noi. Sarà che amo profondamente la Cambogia, ma sentir parlare di quelle strade – che l’autore conosce alla perfezione- con un profondo realismo e con una grazia infinita, mi fa chiudere gli occhi e allungare il naso alla ricerca dell’odore di quella polvere.
Quanto c’è di vero? Quanto romanzo? Chi sono i protagonisti di questa storia nella realtà? Una storia semplice, una caccia al tesoro alla ricerca delle proprie origini. Amo la Cambogia, Ruggeri mi ha ricordato – ancora una volta – perché.
Parte dei diritti d’autore di questo libro sono devoluti a Ecpat Italia per sostenerne i progetti in Cambogia a favore dei bambini vittime dello sfruttamento sessuale
Recensione di Paola Annoni