AUTORITRATTO DI UN REPORTER di Ryszard Kapuściński
Il 23 Gennaio 2007 è scomparso a Varsavia Ryszard Kapuściński, uno dei migliori giornalisti di sempre. Una triste notizia per tutti coloro che conoscevano questa straordinaria persona, anche se solo attraverso le sue pubblicazioni. Nato nel
Kapuściński non era un giornalista comune, possedeva una carica di umanità e di empatia che lo rendeva più vicino alle persone di cui raccontava la vita. Viveva lontano dalle comodità, in mezzo alla gente, prendendo casa nei quartieri degradati, senza permettersi il lusso di raccontare la storia nella comodità di una camera d’albergo. Come afferma il titolo di un suo precedente libro sempre sul giornalismo, “il cinico non è adatto a questo mestiere”, e questa è stata sempre la sua professione di fede, ribadita più volte anche all’interno delle pagine di questo libro.
Siamo abituati a dei mass media che coprono tutti gli stessi avvenimenti, muovendosi a branchi come le pecore e lasciando scoperte moltissime parti del pianeta. Non riuscendosi a muovere da soli, indipendentemente dagli altri, in qualunque parte del mondo si leggono e si vedono gli stessi servizi e le stesse notizie. Perciò dà un grande piacere sentire raccontare di originali guerre del football (nel 1969 tra Honduras e El Salvador), avere ritratti esaurienti di personalità potenti e stravaganti come dell’imperatore di Etiopia Haile Selassié e dello scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi e avere un resoconto chiaro e preciso di quello che avvenne in Rwanda nel 1994. Persone e fatti e poco familiari, o addirittura sconosciuti, anche per chi legge abitualmente giornali e cerca di tenersi informato, ma le storie e lo stile di Kapuściński ci avvicinano a mondi lontani, avvolgendoci e affascinandoci con racconti di uomini e luoghi che difficilmente conosceremo. Il suo destinatario ideale è “una persona giovane, curiosa del mondo e desiderosa di conoscerlo, anche se la vita non gli permette di vederlo personalmente. E’ intelligente, ha letto molto, ha una sensibilità sviluppata”.
Questo libro può essere una buona introduzione a chi non conosce colui che è stato definito “l’Erodoto dei nostri tempi”, ma anche un buon approfondimento per chi ha già letto tutto quello che ha pubblicato in Italia, in attesa delle traduzioni delle altre sue opere.
Qua di seguito quanto finora si può trovare in libreria, nel mio personale ordine di preferenza:
Ebano (Feltrinelli): storie dall’Africa, fuori dai percorsi comuni. Straordinarie e cariche di umanità.
La prima guerra del football e altre guerre di poveri (Feltrinelli): altre storie dall’Africa e dal Sudamerica dal 1960 al 1976
(Feltrinelli): la vita di Kapuscinski in parallelo con quella del primo reporter della storia.
per essere dei buoni giornalisti bisogna essere mossi da motivazioni etiche? Che rapporto c’è tra realtà e narrazione? Come muoversi tra ricerca della verità e condizionamenti del potere?
Dall’Africa (Bruno Mondadori): non si racconta solo con le parole ma anche con le fotografie. In questo caso splendide e di grande formato.
Lapidarium (Feltrinelli): un libero intarsio di meditazioni che traggono ispirazione dai viaggi, dalle letture, dalle riflessioni, dagli incontri con artisti e intellettuali, dalla lettura di libri, dal cinema e dalla musica.
Recensione di Gianni Mezzadri
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