AUSTRALIAN CARGO di Alex Roggero
Quaranta giorni di navigazione per coprire una rotta di 27000 chilometri. Un percorso che porta il protagonista, nonché autore del libro, Alex Roggero, dalla baia di Sydney a La Spezia.Quello narrato in prima persona in Australian Cargo (Feltrinelli, pp. 177, € 7,00) è il racconto di un passeggero imbarcatosi sulla nave mercantile Optimism, non di una comoda crociera attrezzata ad ospitare turisti in cerca di svago e divertimento. Questa scelta rende la lettura ancor più interessante perché dipinge a tratti la vita dei marinai, descrive le loro giornate, il loro modo di impegnare il tempo libero (non essendoci donne a bordo l’unica consolazione è data dall’alcol) e la loro organizzazione “gerarchica”.Le lunghe ore trascorse in mezzo all’oceano, in balìa delle onde e delle tempeste lasciano ad Alex molto tempo per pensare, per riflettere sulla propria esperienza e sulla propria scelta: il motivo per cui si era avventurato nella lontana terra australiana, infatti, era stato quello di ripercorrere le tappe che, decenni prima, avevano visto protagonista il nonno. Ed è così che mentre il cargo naviga i mari del mondo, attraverso i ricordi del protagonista, il lettore si trova a percorrere migliaia di chilometri sui vagoni dell’Indian Pacific, immerso nella sabbia rossa del deserto, che lascia poi spazio al bush del Queensland per sfociare infine nella grande barriera corallina, sulle coste orientali del continente.Si tratta di un viaggio in solitario ma ricco di incontri interessanti, come quello con le tartarughe giganti, di personaggi singolari, resi spesso burberi e scontrosi dall’asprezza della terra che abitano, e di orizzonti desolati, selvaggi, capaci però di suscitare forti emozioni in chi, come Roggero, ha la fortuna di visitarli.Un viaggio fra mari che toccano il cielo e polverosi deserti sconfinati che riconducono lentamente il protagonista in Italia, verso la civiltà e la storia.
Recensione di Roberta Turci
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